
Lo studio
Garg e colleghi hanno utilizzato un database della provincia dell’Ontario per raccogliere dati e capire se gli antibiotici della classe dei macrolidi, azitromicina, claritromicina ed eritromicina, fossero associati ad un rischio maggiore di aritmia ventricolare a 30 giorni dalla terapia, rispetto agli antibiotici di altre classi quali amoxicillina, cefuroxima e levofloxacina, negli adulti con più di 65 anni. I dati, raccolti su più di 500mila coppie di persone che avevano usato un antibiotico macrolide e uno non-macrolide, hanno dimostrato che il rischio a 30 giorni di soffrire di un’aritmia ventricolare era lo stesso in entrambi i gruppi. Inoltre, l’uso dei macrolidi ha mostrato la capacità di ridurre del 18% il rischio di eventi fatali di qualsiasi tipo, rispetto alle persone che avevano assunto antibiotici non-macrolidi. E i risultati sono stati paragonabili anche considerando popolazioni a rischio come anziani con malattie renali, patologie coronariche o che facevano uso di farmaci che allungano l’intervallo tra le onde Q e T nell’elettrocardiogramma. “In tutto il mondo ci sono diverse centinaia di migliaia di prescrizioni di questa classe di antibiotici ogni anno – ha sottolineato Garg – Mentre le agenzie regolatorie lanciano avvisi sul rischio di incorrere in aritmie ventricolari con l’assunzione dei macrolidi, è rassicurante che il nostro studio, insieme ad altri, abbia suggerito che non c’è un rischio significativo nelle terapie abituali”.
I commenti
Secondo Jiun-Ling Wang della National Taiwan University, di Taipei, che ha recentemente riportato, in uno studio, un leggero aumento del rischio di aritmia ventricolare e morte per eventi cardiovascolari associate ad azitromicina e moxifloxacina, “questo studio suggerisce che i macrolidi possono essere anche utilizzati in modo appropriato nelle infezioni del tratto respiratorio negli anziani, dal momento che il rischio di aritmie ventricolari è simile e che c’è un miglioramento nel dato relativo alla mortalità, rispetto ad antibiotici di altre classi. Questo studio però – ha precisato– ha raggruppato tutti i macrolidi in un unico gruppo. Dal momento che l’azitromicina è stata associata con un rischio maggiore rispetto ad altri macrolidi, sarebbe opportuno fare un confronto tra i singoli tre presi in considerazione nello studio (eritromicina, claritromicina e azitromicina) e la classe dei ß-lattamici”, ha concluso Wang.
Fonte: CMAJ 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
